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giovedì 29 settembre 2011

Big Fish - Le storie di una vita incredibile

Questa volta, per non sembravi monotematico e ripetitivo, ho deciso di parlare di un lungometraggio a me molto caro.
Non si tratterà di una vera e propria recensione; esporrò semplicemente dei pensieri che ho riguardo a questo film senza attribuirgli alcuna valutazione o voto finale.

Cominciamo con una breve introduzione.

Il film in questione è Big Fish - Le storie di una vita incredibile, diretto da Tim Burton nel 2003 e tratto dall'omonimo romanzo di Daniel Wallace (su cui spenderò due parole).


Il film narra le vicende di Edward Bloom, ormai vecchio e morente, che ripercorre la propria vita attraverso tutte le fantasiose avventure che ha passato.
Parte da ragazzo, descrivendo l'incontro con un gigante mangia-galline, l'arrivo a Spectre, l'esperienza nel circo, e tutte le vicissitudini più improbabili e mirabolanti.
Dall'altro lato, però, c'è il distacco che Will, suo figlio, prova nei suoi confronti, a causa di tutte le menzogne a cui l'ha abituato il padre: gemelle koreane siamesi, lupi mannari, città paradisiache, pesci giganti e quant'altro, quando lui avrebbe preferito la scontata, ma solida, realtà dei fatti.

Big Fish è uno di quei film che, come Into the wild, mi hanno colpito dritto al cuore, ci hanno scavato una galleria a suon di trivella, e ci hanno installato una base permanente.

Questo magistrale lungometraggio distribuisce saggiamente momenti di suspense, ilarità, sorpresa, rabbia e commozione, in un miscuglio di fotogrammi che passano dai colori sgargianti degli asfodeli, alle atmosfere cupe di una Spectre desolata.

Come ogni storia che si rispetti, da che mondo è mondo, deve contenere una certa dose di miele e romanticismo, e neanche Big Fish si sottrae a questa sorte.

Edward Bloom è infatti innamorato di Sandra Templeton, la ragazza che ciascuno di noi sogna, e intorno a lei nascono alcuni dei momenti più intensi e carichi di pathos di tutto il lungometraggio: il formidabile tempo che si ferma nel circo, il primo incontro con Edward, il tappeto di asfodeli...


Ma dietro a questa apparente favola, si nasconde la vita, le emozioni e le vicende di due sognatori, Edward e Sandra, appunto.
Bloom sa chi e cosa vuole, e non si arrende davanti a nulla pur di perseguire il proprio obiettivo, tanto da lavorare, appena partito dal suo luogo natìo, al circo di Danny DeVito con l'unica remunerazione di... "una nuova notizia su Sandra ogni mese".

Le figure intorno a cui ruota questo meraviglioso racconto sono personaggi ben delineati, e mantengono la propria distinzione per tutta la durata del film.
Le loro caratteristiche peculiari non verranno riciclate per la costruzione di qualche altro personaggio di contorno, ma ciascuno dei due conserva fino alla fine la propria identità e i propri tratti unici.

Tutto questo, malgrado sia tratto da un libro, è stato reso ottimamente dal regista.
Ma qui le interpretazioni e le linee di pensiero possono essere molteplici e contraddittorie.

Nel libro, infatti, Edward Bloom finisce per perdere quell'aura di "sognatore", e finisce per diventare un essere umano, commettendo errori e infrazioni.
Al contrario, nel film, il protagonista mantiene fino alla fine la propria condotta e i propri pensieri senza mai tradirsi.



La mia personale interpretazione è che l'autore del libro abbia voluto restituire una dimensione più "umana" e meno "mitica" al personaggio, mentre il regista abbia preferito mantenere intatto il personaggio per poter trasmettere un senso di speranza, di sogno perpetuo, di lotta per il riscatto, di amore.

Per me si tratta di un film da 30 e lode con bacio accademico, tanto per la trama quanto per la regia: inquadrature e primi piani incisivi, scelte di colori estreme ma efficaci, musica azzeccata...
Insomma, è un film che consiglio caldamente, non si tratta del solito film drammatico/sentimentale hollywoodiano, e immedesima egregiamente il pubblico nei protagonisti a tutto vantaggio dell'aristotelica catarsi.

Concludo con una citazione che ben si adatta a questo film.

"Davanti a due strade divergenti in un bosco, mi incamminai lungo quella meno battuta, e questo ha fatto la differenza."


Robert Frost


Il Dottor Basalto

Fonti:
Wikipedia (per i dati tecnici)

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